La tartaruga marina Caretta caretta

Distribuzione in Mediterraneo. C. caretta si rinviene in tutti i mari del Mediterraneo, con maggior densità nella parte più occidentale del bacino. Nonostante le acque della parte più occidentale del Mediterraneo siano abbondantemente frequentate da questa specie, la nidificazione nella medesima area è inusuale, quasi tutti i nidi, infatti, sono localizzati nel settore orientale, principalmente in Grecia, Turchia, Cipro, Libia e, in misura minore, in Tunisia e Israele.
La popolazione nidificante in Italia rappresenta il limite nord-occidentale dell’areale della specie nel bacino del Mediterraneo, ma ricopre un ruolo marginale rispetto alle popolazioni orientali precedentemente descritte.
Complessivamente per l’Italia peninsulare e insulare, sono stimati circa 40 nidi all’anno di cui circa il 60% localizzati lungo la costa ionica della Calabria, in provincia di Reggio Calabria.

Ciclo vitale. Il ciclo vitale di Caretta caretta è abbastanza complesso, e si svolge attraverso habitat ecologicamente e spazialmente differenti tra loro. Sulla terraferma avviene la deposizione delle uova e lo sviluppo embrionale. Dopo l’emersione dal nido, i piccoli raggiungono il mare spostandosi dalle acque costiere (zona neritica), al mare aperto (zona oceanica). Inizialmente essi nuotano in maniera attiva, per un periodo di circa 24 h, tale comportamento è noto come swimming frenzy. Successivamente il loro trasporto è di tipo passivo, determinato da fattori meteorologici e oceanografici, quali, ad esempio venti e correnti. Raggiunta la zona di alimentazione oceanica, i giovani vi rimangono per circa 7- 11,5 anni.
Il passaggio dalla zona oceanica a quella neritica avviene quando i giovani raggiungono una dimensione, in termini di lunghezza del carapace (CCL), maggiore di 46 cm. Ciò comporta un cambiamento graduale nelle abitudini alimentari degli individui: durante la loro fase di vita oceanica, sono predatori opportunistici, nutrendosi di una grande varietà di organismi planctonici e neustonici; spostandosi nella zona di alimentazione neritica iniziano a nutrirsi principalmente di organismi bentonici. La transizione dalle aree di alimentazione oceaniche a quelle neritiche non è irreversibile e gli individui possono continuamente spostarsi tra di esse. Nelle aree di alimentazione neritiche, gli individui raggiungono lo stadio adulto.
Da adulti vivono principalmente in aree di alimentazione e aree di svernamento neritiche. Studi effettuati nel Mediterraneo Centrale suggeriscono che C. caretta raggiunge la maturità sessuale in un’età compresa tra i 23,5 e i 29,3 anni. In generale, tartarughe aventi una lunghezza di carapace (SCL) tra i 70 e i 110 cm vengono considerate riproduttive.
Durante la stagione riproduttiva, maschi e femmine, migrano dalle aree di alimentazione verso le aree di accoppiamento e riproduzione. Nei maschi la ciclicità riproduttiva è generalmente maggiore rispetto alle femmine, che invece hanno intervalli di tempo tra stagioni riproduttive di circa 2 o 3 anni. Il periodo dell’accoppiamento può durare diverse settimane e ogni femmina può accoppiarsi ed essere fecondata da più maschi, tale comportamento si traduce nel fenomeno della multipaternity secondo cui i piccoli di una stessa nidiata possono essere figli di più maschi. Dopo l’accoppiamento i maschi ritornano verso le loro aree di alimentazione, mentre le femmine si spostano verso le aree di nidificazione. Nell’arco di una stessa stagione riproduttiva, ogni femmina depone circa 4 nidi, scavando una buca a forma di fiasco sulla spiaggia, ognuno contenente in media 100 uova. La deposizione dura mediamente 2 h. L’intervallo tra deposizioni successive è denominato internesting ed in C. caretta ha una durata di 12-16 giorni circa.
Le uova vengono incubate dalle alte temperature della sabbia; la durata dell’incubazione, cioè il periodo compreso tra la deposizione delle uova e la loro schiusa, varia tra le diverse aree di nidificazione, in genere dai 40 ai 90 giorni, e dipende dalla temperatura della sabbia. Per la popolazione di C. caretta, nidificante lungo le coste del basso ionio reggino, il periodo medio d’incubazione è di circa 50 giorni.
La determinazione del sesso dei piccoli avviene per via fenotipica e non genotipica, ed è direttamente influenzata dalla temperatura di incubazione.  Le popolazioni di C. caretta esibiscono una temperatura soglia di circa 29,0°C (valore variabile in base alla popolazione considerata) che produce un egual numero di maschi e femmine e che, sopra la quale porta alla produzione di piccoli di sesso femminile, mentre sotto della quale produce maschi.
I piccoli emergono in superficie dopo 4-7 giorni dalla schiusa delle uova, dopo aver completato l’assorbimento del sacco vitellino e il raddrizzamento del piastrone.
Giunti sulla superficie della spiaggia i piccoli cercano di raggiungere il mare orientandosi tramite tre diversi meccanismi:

  • Fototattismo positivo che fa dirigere i piccoli verso il punto dell’orizzonte più illuminato;
  • Percezione di oggetti presenti in prossimità del nido, che permette ai piccoli di allontanarsi ad esempio da figure alte (alberi e vegetazione dunale);
  • Pendenza della spiaggia, che determina il movimento dei piccoli verso aree a minor pendenza.

Durante il tragitto verso il mare i piccoli memorizzano tutta una serie di informazioni che utilizzeranno da adulti per ritornare a riprodursi sulla loro spiaggia natale. Tale comportamento è definito natal homing e le principali ipotesi che tentano di spiegarlo sono due:

  • Imprinting chimico: ipotesi secondo la quale le tartarughe marine sono capaci di memorizzare le caratteristiche chimiche delle loro spiagge natali, utilizzandole successivamente per farvi ritorno;
  • Imprinting magnetico: questa ipotesi si basa sulla capacità delle tartarughe di utilizzare i campi magnetici terrestri durante i loro spostamenti in mare e suggerisce che esse siano in grado di memorizzare il campo magnetico delle loro spiagge natali, utilizzandolo successivamente per farvi ritorno.

Le due ipotesi non sono mutuamente esclusive, infatti le tartarughe potrebbero utilizzare entrambe le informazioni per ritornare sulle loro spiagge natali; ad esempio, potrebbero inizialmente utilizzare le informazioni relative al campo magnetico per raggiungere un determinato tratto di costa, e successivamente utilizzare informazioni chimico-fisiche per individuare uno specifico sito di nidificazione.

Fattori di rischio. Le cause del grave declino che hanno colpito le popolazioni mediterranee di C. caretta, sono da ricercarsi nella riduzione e/o scomparsa dei siti adatti alla nidificazione a causa dei fenomeni di antropizzazione ed erosione costiera, nonché nel diretto impatto che l’inquinamento marino e le attività di pesca hanno su questi animali.
L’elevato grado di antropizzazione costiera, e il conseguente stato di degrado dei litorali, costituisce il principale fattore di minaccia durante le fasi terrestri del ciclo vitale di C. caretta in tutto il Mediterraneo. In particolare, l’attività dei veicoli (inclusa la pulizia delle spiagge effettuata con mezzi meccanici), la presenza di illuminazione artificiale e lo sviluppo del turismo di massa (frequentazione notturna e diurna delle spiagge durante il periodo estivo, che coincide con la stagione di nidificazione) rappresentano minacce dirette, tanto per le femmine durante le fasi di deposizione quanto per i nidi durante lo sviluppo embrionale e l’emersione dei piccoli dal nido.

I principali fattori di rischio in ambiente marino sono rappresentati da catture accidentali attraverso l’attività di pesca, inquinamento e impatto con imbarcazioni. In particolare, in Mediterraneo si stimano annualmente 132.000 catture all’anno a causa delle attività di pesca.

Chi siamo

La Onlus Caretta Calabria Conservation opera attivamente per la protezione della fauna e della flora associata agli ambienti marino costieri. Obiettivo principale dell’associazione è la salvaguardia della popolazione di tartaruga marina Caretta caretta.

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